Nelle sale di un’antica biblioteca settecenteseca, i quasi 200 reperti di oltre cinque millenni or sono dialogano con ologrammi, scansioni tridimensionali, ripoduzioni di oggetti con stampanti 3D e volumi storici sfogliabili virtualmente.
La scelta di allestire la mostra “Prima dell’alfabeto” nelle sale di una biblioteca settecentesca - quella prestigiosa dell' Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Palazzo Loredan a Venezia - non è stata casuale: si sta
esplorando una civiltà che quasi 6000 anni fa aveva compreso l’importanza e il potere della scrittura, quale migliore sede espositiva allora, quale scenografia più adatta di
una biblioteca storica, di uno dei tanti ”templi del sapere” destinati a tramandare i testi scritti?
Il progetto espositivo - elaborato da Ubis Three - è stato studiato per dialogare con le antiche librerie che scandiscono gli ambienti e guidato, nella distribuzione delle diverse
sezioni in mostra, dall’impianto dell’edificio.
18 vetrine espositive sono state realizzate per la Fondazione Giancarlo Ligabue dalla
Goppion di Milano, azienda leader mondiale nell’allestimento museale, progettate appositamente
per valorizzare i reperti esposti, e un apparato didascalico e multimediale di
particolare efficacia è stato studiato per permettere al pubblico di “leggere” gli “archivi”
di Sumeri, Assiri, Babilonesi e per cogliere la preziosità di incisioni e rilievi.
Moderne tecnologie si innestano infatti negli ambienti settecenteschi e tra i reperti di
millenni or sono. Ad ogni coppia di vetrine è affiancato un totem per informazioni sui pezzi
esposti, ingrandimenti fotografici ad altissima definizione, visualizzazioni tridimensionali.
In particolare, modelli tridimensionali realizzati tramite scansioni 3D permettono di
illustrare e percepire dettagli piccolissimi, rendendo gli oggetti esposti visibili e godibili
a tutto tondo ( una realtà virtuale che sarà fruibile anche online); riproduzioni tramite stampanti 3D
- talvolta ingrandite in scala
- danno modo ai visitatori di toccare oggetti
del tutto simili agli originali; proiezioni
olografiche riproducono visivamente
modelli digitali tridimensionali ad altissima
definizione, offrendo una percezione
estremamente realistica di un reperto e,
infine, antichi volumi diventano sfogliabili
virtualmente.
Il pubblico sarà dunque accolto al piano
terra di Palazzo Loredan, dove sono organizzate
le aule dedicate alla didattica.
Salito lo scalone, la mostra prende avvio nella grande Sala della polifora, con uno spazio
introduttivo ai luoghi dell’esposizione - La Mesopotamia dove e quando - narrati attraverso
mappe e suggestioni e con la biglietteria e il bookshop.
Nella seconda sala ecco i “capitoli” Dal disegno al segno e Varietà di testi, lingue e scritture.
I banner approfondiscono gli argomenti e le tematiche relative ai reperti esposti; in
quelli laterali con un sistema di proiezione si racconta l’evoluzione nei secoli dei segni:
dal pittogramma al cuneiforme.
La terza sala ha come temi Il lavoro dello sfragista, I materiali dello sfragista e dello scriba
e I sovrani e le loro gesta: qui verrà anche riproposto anche un estratto di una puntata di
Superquark di RAI1 nella quale Alberto Angela da Palazzo Erizzo - sede allora del Centro
Studi e Ricerche Ligabue, oggi della “Fondazione Giancarlo Ligabue” - illustra l’apertura
di una “busta” in terracotta contenente una tavoletta di quaranta secoli fa: un oggetto
unico e preziosissimo esposto in una piccola teca.
La quarta sala racconta L’uomo e gli dei in Mesopotamia e I sovrani e le loro gesta.
La ricca esposizione di reperti trasmette la potenza di quei popoli e allo stesso tempo fa
entrare nel mondo quotidiano di millenni or sono.
La quinta sala è dedicata a La decifrazione delle scritture in Mesopotamia; un tavolo ospita
oggetti scientifici, antichi tomi sono affiancati a volumi digitali sfogliabili dal visitatore.